In questo articolo si prova a sfatare la domanda che tutti gli appassionati si fanno: vincere al fantacalcio è una questione di fortuna o c’è anche un po’ di bravura? Ovviamente, chi vince spesso dice di no mentre chi perde afferma che con un pizzico di dea bendata in più avrebbe vinto lui.
In realtà, però, ci sono delle sfumature molto interessanti. Eccole.
Quando è fortuna
Premesso che anche nei migliori casino online la componente fortuna è fondamentale, nel fantacalcio gli episodi fortunati ci sono in altre forme. Un esempio? Magari nello scontro diretto il tuo avversario ha tutte partite facili mentre i tuoi giocatori di punta si sfidano contro o, comunque, hanno delle gare toste.
Questo è il più classico. Poi c’è il fattore ‘mezzo punto’. Sarebbe quando per mezzo punto non si riesce a vincere o, comunque, a evitare la sconfitta. Questo è un problema difficile da togliere perché se si usano delle fasce, ad esempio 66 e ogni 6 punti, è ovvio che se si fa 65,5 o 71,5 non si scatta nell’altra fascia.
In questi casi c’è davvero poco da fare. La questione degli infortuni fa parte del gioco, nel senso che, comunque, se punto tutto su un giocatore e quest’ultimo si fa male è ovvio che poi perdo. Ma è un rischio che ci si prende. Può andare male o può andare bene.
Sfortuna può essere anche che succede qualcosa per cui il giocatore non rende come dovrebbe. Magari è cambiato l’allenatore o la squadra non paga più stipendi, ad esempio. Oppure prendere il sesto slot che poi si rivelerà essere il migliore in assoluto. Lì è assoluta fortuna, a meno che non si abbiano le prove che quella persona ci abbia creduto.
Quando, invece, non è fortuna
Qualcosa lo abbiamo menzionato prima. Sicuramente non è fortuna se si fa una strategia – mettiamo il modificatore di difesa -, si punta su quella e alla fine quella strategia risulta essere vincente. Non è fortuna, poi, quando si acquista un bomber che ha sempre segnato e anche in quella stagione fa almeno 20.
Un altro caso in cui la fortuna non è protagonista risulta essere quando il margine tra il primo e secondo è davvero notevole. Se ci sono 20 punti di distacco – non parliamo di coefficiente, ma proprio di gare da tre punti – che fortuna dovrebbe essere? Ha fatto uno squadrone.
Alla fine, chi vince?
Eccoci arrivati alla classica domanda: alla fine, chi vince? Il più fortunato o il più bravo? Un dilemma a cui è difficile dare una risposta secca. Diciamo quello e quello. A parte, però, sottolineare come non sempre il coefficiente più alto che non ha vinto è sfortunato. Se fa 95 punti una partita e 60 l’altro è come se una squadra vincesse 5 a 0 e quella successiva la perdesse per 1 a 0. A conti fatti, ha meno punti di chi vince una partita 1 a 0 e poi pareggia quella successiva.
Qui, magari, si può pensare alla divisione dei goal. Al massimo.