Chi sarà il prossimo Papa? In questo articolo trovi una guida completa all’elezione del Papa 2025: cosa succede dopo la morte di Francesco, come funziona il Conclave e quali sono i cardinali favoriti secondo le quote aggiornate dei bookmaker internazionali. Scopri chi sono i principali candidati, analizza le quote UK, leggi i pronostici sul nuovo Papa e impara come scommettere in modo consapevole. Dalle dinamiche interne alla Chiesa alle scommesse online, tutto quello che devi sapere su uno degli eventi più straordinari del nostro tempo.
“Chi sarà il prossimo Papa?”
“Quando inizia il Conclave?”
“Chi sono i cardinali “Papabili”?”
“Quali sono le quote scommesse sul prossimo Papa?”
“Come funziona l’elezione del nuovo Papa dopo la morte di Francesco?”
Sono solo alcune delle domande che hanno iniziato a circolare con insistenza nei giorni successivi alla scomparsa di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile 2025. Un evento che segna non solo un passaggio storico per la Chiesa cattolica, ma anche l’inizio di una nuova fase carica di attese, speculazioni, analisi geopolitiche e – in maniera meno prevedibile ma ormai consolidata – scommesse sul prossimo Papa.
Sì, perché l’elezione del nuovo Pontefice non è soltanto un momento di riflessione e spiritualità, ma anche un appuntamento che cattura l’attenzione del mondo intero. E laddove si concentrano interesse, incertezza e attesa, arrivano anche i bookmaker, con quote aggiornate, analisi dei favoriti e mercati aperti sui principali nomi in corsa per salire al soglio pontificio.
In Italia, a causa delle restrizioni normative sul gioco legale, le quote sul prossimo Papa non sono ancora disponibili tramite operatori .it. Ma all’estero il mercato è già attivo e in fermento, con nomi che ritornano ciclicamente (come Luis Antonio Tagle o Pietro Parolin) e outsider che potrebbero sorprendere come avvenne nel 2013 con Jorge Mario Bergoglio, dato inizialmente tra i meno favoriti.
Questo articolo nasce per offrire una guida completa, aggiornata e strategica a chi vuole capire – e magari anche scommettere in modo consapevole – su chi sarà il successore di Papa Francesco. Ti spiegheremo cosa succede dopo la morte di un Papa, come funziona il Conclave, quali sono le regole e i tempi dell’elezione, quali sono i candidati favoriti secondo i bookmaker internazionali e come interpretare correttamente le quote scommesse sul prossimo Papa.
Come sempre, lo faremo con lo stile Bottadiculo: niente previsioni azzardate, nessuna illusione. Solo strategia, analisi e conoscenza. Perché anche nel contesto più inaspettato, vincere è conoscere.
Pronti a entrare nei segreti del Conclave? Iniziamo da quello che accade nelle ore e nei giorni successivi alla morte del Pontefice.
Cosa succede quando muore un Papa
La morte di un Papa segna l’inizio di un periodo unico nella vita della Chiesa cattolica: quello della Sede Apostolica vacante, meglio conosciuto come Sede Vacante. Ma cosa significa esattamente? E quali sono i passaggi previsti prima dell’elezione di un nuovo Pontefice?
La Sede Vacante: significato e implicazioni
Dal momento della morte del Papa (o anche in caso di rinuncia, come accadde con Benedetto XVI), tutti i poteri conferiti al Pontefice decadono immediatamente. Il Vaticano entra ufficialmente in una fase di transizione durante la quale nessuna decisione dottrinale o istituzionale può essere presa. Tutti gli organi della Curia Romana sono sospesi, fatta eccezione per alcune figure chiave.
È qui che entra in scena il Camerlengo, uno dei personaggi centrali in questo processo. Attualmente, questo ruolo è ricoperto dal cardinale Kevin Farrell, già Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Il suo compito è certificare ufficialmente la morte del Papa (sigillando gli appartamenti papali e distruggendo l’anello del Pescatore), organizzare il funerale e avviare i preparativi per il Conclave.
I funerali del Papa: tempi e riti
Il funerale del Papa non è solo un evento liturgico: è un momento di grande portata storica, mediatica e simbolica. Secondo il diritto canonico, le esequie papali si svolgono entro 4-6 giorni dalla morte e sono articolate in tre fasi, chiamate “stazioni”:
- Constatazione della morte – con il corpo del Papa deposto nella bara.
- Esposizione nella Basilica di San Pietro – dove migliaia di fedeli possono rendere omaggio.
- Sepoltura – che, nel caso di Papa Francesco, potrebbe non avvenire nelle Grotte Vaticane, secondo le sue volontà di sobrietà.
Quanto tempo ci vuole per eleggere un nuovo Papa?
Il diritto canonico stabilisce che il Conclave debba iniziare tra il quindicesimo e il ventesimo giorno dalla morte del Papa. Questo arco di tempo serve a:
- Permettere l’arrivo a Roma di tutti i cardinali elettori (sono 138 quelli con meno di 80 anni, quindi aventi diritto di voto).
- Completare il periodo di lutto e celebrare i funerali.
- Preparare logisticamente la Cappella Sistina per ospitare le votazioni.
In media, l’elezione di un nuovo Papa avviene entro 2-3 settimane dalla morte del predecessore, ma non sono escluse sorprese: il Conclave più lungo della storia durò quasi tre anni (1268-1271), mentre quello che portò all’elezione di Papa Francesco nel 2013 si concluse in cinque scrutini.
L’attesa della fumata bianca
Durante questo periodo, cresce anche l’interesse mediatico e – per quanto possa sembrare strano – anche quello degli scommettitori. Mentre i cardinali si preparano a scegliere il successore di Pietro, i bookmaker aggiornano le quote e gli analisti seguono ogni possibile indizio: dalle dichiarazioni pubbliche ai movimenti diplomatici in Vaticano.
Ed è proprio in questa fase che comincia a formarsi un vero e proprio “borsino papale”, dove scommettere su chi sarà il prossimo Papa diventa, per alcuni, una sfida di intuito, strategia e conoscenza delle dinamiche ecclesiastiche.
Qui di seguito vedremo come funziona esattamente il Conclave, dalle sue origini storiche fino alle regole ferree che lo rendono uno degli eventi più misteriosi e affascinanti del mondo moderno.
Come funziona il Conclave
Quando si parla dell’elezione del Papa, la parola più ricorrente è Conclave. Ma cos’è, esattamente? E perché ancora oggi, in un mondo digitale e interconnesso, si affida a un processo così antico, silenzioso e – almeno in apparenza – inaccessibile?
Origine e significato del termine “Conclave”
Il termine conclave deriva dal latino cum clave, che significa “chiuso a chiave”. Un riferimento tutt’altro che simbolico: i cardinali elettori, durante le votazioni, sono letteralmente chiusi dentro la Cappella Sistina, senza alcun contatto con il mondo esterno. Nessun cellulare, nessuna comunicazione, nessuna influenza mediatica.
L’origine di questa pratica risale al Conclave di Viterbo del 1268, rimasto bloccato per quasi tre anni. Furono gli stessi cittadini, esasperati dall’attesa, a chiudere i cardinali dentro il palazzo papale e a ridurre loro il vitto a pane e acqua per spingerli a decidere. Da quel momento, la clausura divenne prassi.
Chi partecipa al Conclave
A votare sono esclusivamente i cardinali elettori, ovvero quelli con meno di 80 anni al momento dell’inizio della Sede Vacante. Attualmente, sono 138. Oltre ai cardinali votanti, nessun altro può partecipare al Conclave, fatta eccezione per alcuni religiosi e tecnici che supportano l’organizzazione, ma che giurano solennemente di mantenere il silenzio su tutto ciò che accade.
Le regole del Conclave: rigide e rituali
Il Conclave è regolato da norme dettagliatissime, aggiornate nel tempo da vari pontefici, tra cui Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ecco i principali aspetti:
- I cardinali si riuniscono ogni giorno nella Cappella Sistina per due scrutini al mattino e due al pomeriggio.
- Per essere eletto Papa è necessaria una maggioranza di due terzi dei voti.
- Dopo ogni tornata di voto non conclusiva, le schede vengono bruciate insieme a una sostanza chimica che genera la celebre fumata nera.
- Quando si raggiunge la maggioranza, le schede vengono bruciate producendo la fumata bianca, il segnale che annuncia al mondo l’elezione del nuovo Pontefice.
La domanda chiave: può essere eletto chiunque?
Secondo il diritto canonico, può diventare Papa qualsiasi battezzato di sesso maschile. Ma nella prassi moderna, la scelta ricade sempre su uno dei cardinali. Anche se non è escluso che possa emergere un profilo più “di rottura”, come quello di un teologo influente o di un vescovo fuori dal novero dei papabili più noti.
La scelta di Jorge Mario Bergoglio nel 2013, ad esempio, fu una sorpresa per molti osservatori: non era tra i favoriti nelle quote dei bookmaker, ma conquistò il Conclave grazie al suo profilo di discontinuità e al forte sostegno da parte dei cardinali latinoamericani.
L’annuncio: Habemus Papam
Una volta eletto, il nuovo Papa deve accettare l’incarico. Solo dopo l’accettazione, assume a tutti gli effetti il ruolo di Vescovo di Roma e guida universale della Chiesa. Segue l’annuncio ufficiale dal balcone della Basilica di San Pietro: Habemus Papam, con la presentazione del nome pontificale scelto dal nuovo Pontefice.
A questo punto, la fase spirituale si riaccende, ma fuori da San Pietro il clima può diventare anche… strategico. Perché è nelle settimane che precedono la fumata bianca che i bookmaker aggiornano le quote sul nuovo Papa, analizzano movimenti, dichiarazioni, orientamenti geopolitici e pressioni interne.
E qui entriamo nel cuore del nostro tema: cosa c’entrano davvero le scommesse sull’elezione del Papa? E come funziona il mercato? Te lo raccontiamo qui di seguito.
Dal Vaticano ai bookmaker: il mercato delle scommesse
Scommesse sul prossimo Papa: un mercato di nicchia (ma molto attivo)
Ogni volta che si apre una Sede Vacante, si attiva in parallelo un circuito sotterraneo – ma sempre più trasparente – che alimenta curiosità e pronostici su chi sarà il prossimo Papa. In Italia, questo tipo di scommessa non è legale e quindi non viene offerto da operatori con licenza ADM (come previsto dal Decreto Dignità e dalla regolamentazione italiana sul gioco).
Ma nel mondo anglosassone – soprattutto nel Regno Unito e in Irlanda – le scommesse sul prossimo Pontefice sono perfettamente legittime, e vengono trattate alla stregua di quelle politiche, come le elezioni presidenziali USA o le dimissioni di un Primo Ministro.
Bookmaker internazionali come Ladbrokes, Paddy Power o William Hill pubblicano quote aggiornate su decine di candidati papabili, attribuendo loro probabilità implicite di elezione basate su informazioni interne, trend storici, e ovviamente… flussi di scommesse.
Come funzionano le quote sul prossimo Papa
Il funzionamento è identico a quello delle scommesse su eventi sportivi:
- Ogni candidato ha una quota, che rappresenta la probabilità implicita di essere eletto.
- Quota più bassa = maggiore probabilità (secondo il bookmaker).
- Le quote cambiano nel tempo, in base a flussi di puntate, dichiarazioni pubbliche, analisi di esperti e indiscrezioni vaticane.
Candidato | William Hill | Paddy Power | Ladbrokes | Bet365 | Unibet |
---|---|---|---|---|---|
Pietro Parolin | 2.75 (7/4) | 3.5 (5/2) | 4.0 (3/1) | 2.50 | 2.60 |
Luis Antonio Tagle | 2.75 (7/4) | 3.0 (2/1) | 4.5 (7/2) | 2.75 | 3.0 |
Peter Turkson | 9.0 (8/1) | 8.0 (7/1) | 9.0 (8/1) | 8.0 | 7.5 |
Péter Erdő | 9.0 (8/1) | 10.0 (9/1) | 10.0 (9/1) | 9.0 | 9.5 |
Marc Ouellet | 15.0 (14/1) | 13.0 (12/1) | 15.0 (14/1) | 14.0 | 13.0 |
Matteo Zuppi | 8.0 (7/1) | 9.0 (8/1) | 8.0 (7/1) | 8.0 | 8.5 |
Robert Sarah | 10.0 (9/1) | 11.0 (10/1) | 12.0 (11/1) | 10.0 | 11.0 |
Fridolin Ambongo | 12.0 (11/1) | 14.0 (13/1) | 13.0 (12/1) | 13.0 | 12.0 |
Un aspetto interessante? Le quote non riflettono solo valutazioni tecniche: sono anche termometri dell’opinione pubblica e barometri di scenario, proprio come avviene nelle elezioni politiche. E, come nel caso di Bergoglio, spesso il Papa eletto arriva da “fuori radar”.
Perché scommettere sul prossimo Papa?
Potrebbe sembrare blasfemo a prima vista, ma in realtà per molti scommettitori si tratta di:
- Un esercizio di analisi geopolitica ed ecclesiastica.
- Una forma alternativa di betting strategico, spesso più razionale delle scommesse sportive.
- Una sfida intellettuale basata su studio, lettura dei segnali, conoscenza della Chiesa.
Ed è qui che entra in gioco lo stile Bottadiculo: non si gioca per caso, nemmeno in un contesto così inusuale. Si osservano i segnali, si studiano le dinamiche interne al Conclave, si comparano le quote tra bookmaker e si riflette sul significato profondo delle scelte papali.
Di seguito analizzeremo proprio questo: chi sono i candidati favoriti per succedere a Papa Francesco, quali sono i loro profili, le loro probabilità e – naturalmente – le loro quote.
I grandi favoriti alla successione di Papa Francesco
Quote e scenari: chi guida il “borsino papale”
I bookmaker stranieri che offrono quote sull’elezione del prossimo Papa sembrano convergere su alcuni nomi chiave. Le preferenze si basano su un mix di criteri: visibilità internazionale, ruolo nella Curia, continuità o discontinuità rispetto al pontificato di Francesco, origini geografiche. E come ogni elezione, anche questa ha i suoi favoriti e i suoi potenziali colpi di scena.
Ecco una panoramica aggiornata delle quote pubblicate da operatori internazionali (fonte: Superscommesse e siti esteri):
Nome | Paese | Ruolo attuale | Quota UK | Probabilità implicita |
---|---|---|---|---|
Luis Antonio Tagle | Filippine | Pro-Prefetto dell’Evangelizzazione dei Popoli | 3/1 | 25% |
Pietro Parolin | Italia | Segretario di Stato Vaticano | 4/1 | 20% |
Peter Turkson | Ghana | Cancelliere delle Accademie Pontificie | 5/1 | 17% |
Péter Erdő | Ungheria | Arcivescovo di Esztergom-Budapest | 6/1 | 14% |
Altro | – | – | – | ~24% |
Vediamo ora nel dettaglio i profili dei principali candidati.
Luis Antonio Tagle
Filippine – 66 anni
Tagle è uno dei candidati più accreditati. Stimato teologo, volto noto della Chiesa asiatica, è considerato da molti un “Francesco bis”: aperto, carismatico, molto vicino alle tematiche sociali. Il suo ruolo nell’Evangelizzazione dei Popoli lo ha reso figura chiave nella missione globale della Chiesa. Unico neo? Alcuni cardinali europei e latinoamericani potrebbero considerarlo troppo “progressista”.
- Punti di forza: visione internazionale, continuità con Bergoglio, forte legame con i fedeli del Sud globale.
- Debolezze: poca esperienza nella gestione della Curia, resistenze interne tra i conservatori.
Pietro Parolin
Italia – 70 anni
È il volto più istituzionale del gruppo. Segretario di Stato Vaticano dal 2013, Parolin è il diplomatico per eccellenza: abile, misurato, influente. Se il Conclave dovesse optare per un ritorno alla centralità della Curia e a una figura più “manageriale”, Parolin sarebbe il candidato perfetto. È l’italiano più papabile, e questo, nel gioco delle quote, pesa.
- Punti di forza: conoscenza profonda del Vaticano, esperienza diplomatica, equilibrio tra le correnti.
- Debolezze: profilo forse troppo tradizionale per chi vuole un cambiamento.
Peter Turkson
Ghana – 76 anni
Da anni uno dei simboli dell’Africa cattolica. Teologo, ex Presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, ha sempre promosso un cristianesimo sociale e impegnato. La sua elezione sarebbe storica: sarebbe il primo Papa africano dell’epoca moderna, un segnale fortissimo di apertura.
- Punti di forza: rappresenta l’Africa e il rinnovamento, grande esperienza teologica.
- Debolezze: età elevata, profilo meno conosciuto a livello mondiale.
Péter Erdő
Ungheria – 72 anni
Arcivescovo di Esztergom-Budapest, teologo brillante, rappresenta l’ala più tradizionale del collegio cardinalizio. È stato Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa. Un’elezione che potrebbe segnare un cambio di rotta rispetto al pontificato di Francesco.
- Punti di forza: preparazione dottrinale, esperienza pastorale.
- Debolezze: posizione conservatrice, poco noto fuori dall’Europa.
Gli outsider da tenere d’occhio
Come la storia insegna, il Papa eletto è spesso qualcuno che non era nei radar principali. Jorge Mario Bergoglio, nel 2013, era dato a 25/1 dai bookmaker britannici. Per questo, tra gli outsider si segnalano:
- Christoph Schönborn (Austria)
- Angelo De Donatis (Italia)
- Jean-Claude Hollerich (Lussemburgo)
- Wilton Gregory (USA, primo cardinale afroamericano)
Attenzione anche a una possibilità non trascurabile: il prossimo Papa potrebbe venire dall’Africa o dall’Asia, in linea con la crescita delle comunità cattoliche nei Paesi in via di sviluppo.
Fattori strategici che influenzano l’elezione
Se è vero che le quote scommesse sul prossimo Papa offrono uno spaccato interessante sulle tendenze percepite all’esterno, è altrettanto vero che l’esito del Conclave si gioca su un campo molto più sottile: quello delle dinamiche interne alla Chiesa, delle alleanze tra cardinali, delle esigenze pastorali e delle visioni ecclesiali. In altre parole: non vince chi è più quotato, ma chi incarna meglio – al momento giusto – la direzione che la Chiesa vuole prendere.
Ecco i principali fattori che influenzano realmente l’elezione del Pontefice.

Continuità o rottura: il dilemma post-Francesco
Dopo un pontificato lungo dodici anni, profondamente marcato dall’attenzione agli ultimi, dalla sobrietà e da una Chiesa meno centralizzata, il Conclave dovrà decidere se proseguire lungo questa strada o riportare l’istituzione verso modelli più tradizionali.
I candidati come Tagle o Hollerich rappresentano la continuità pastorale di Francesco.
Profili come Erdő o Schönborn, invece, segnano un possibile ritorno a una linea più dottrinale e conservatrice.
La geopolitica della Chiesa: un Papa del Sud globale?
Uno degli aspetti più dibattuti riguarda la provenienza geografica del prossimo Papa. Negli ultimi secoli, la maggioranza dei Pontefici è stata europea, soprattutto italiana. Ma oggi la Chiesa sta crescendo altrove: in Asia, in Africa, in America Latina.
Alcuni dati chiave:
- L’Asia ha il tasso di crescita più alto di cattolici nel mondo.
- L’Africa rappresenta il futuro demografico della Chiesa.
- L’America Latina resta il bacino con il maggior numero di fedeli.
Per questo molti osservatori ritengono probabile un Papa “del Sud del mondo”, capace di incarnare la diversità globale della fede cattolica.
L’età e la durata del pontificato
Anche l’età del candidato è un elemento strategico. Dopo il pontificato piuttosto lungo di Giovanni Paolo II e quello interrotto da rinuncia di Benedetto XVI, l’elezione di Francesco – all’età di 76 anni – rappresentò un compromesso tra esperienza e durata contenuta.
Oggi il Collegio cardinalizio potrebbe optare per:
- Un profilo più giovane (sotto i 70 anni) per un pontificato lungo e stabile.
- Un candidato over 75 per una transizione breve, in attesa di un futuro “papa di lungo corso”.
I blocchi e le alleanze interne al Conclave
Esistono vere e proprie correnti cardinalizie, a volte divise per sensibilità teologica, altre per aree geografiche:
- Il blocco latinoamericano ha avuto un peso determinante nel 2013.
- I cardinali africani e asiatici oggi sono più numerosi e influenti.
- La componente curiale (legata al governo interno del Vaticano) spinge per un profilo più “istituzionale”.
Chi riuscirà a catalizzare almeno due di questi gruppi potrebbe davvero salire al soglio pontificio.
Scommettere in modo consapevole
Non è solo una scommessa: è un esercizio di lettura strategica
Chi arriva su un articolo come questo probabilmente è mosso da curiosità, da passione per i meccanismi ecclesiastici o – più semplicemente – da un’idea: “voglio scommettere su chi sarà il prossimo Papa”.
Ma scommettere non significa “provare a indovinare”. Scommettere, se fatto in modo consapevole, significa analizzare, comprendere, scegliere in modo razionale.
Noi lo diciamo da sempre: vincere è conoscere. Vale nel calcio, vale nel tennis, vale anche quando la lavagna non è una schedina ma un conclave.
Le basi: leggere correttamente le quote
Uno dei primi errori che vediamo commettere è questo: confondere la quota con la probabilità reale.
Una quota di 3/1 (cioè 4.00 nel sistema decimale) non significa “il 30% di possibilità che vinca”, ma circa il 25%, e solo in base al calcolo dei bookmaker, che applicano anche un margine di profitto.
Per calcolare la probabilità implicita di una quota decimale, basta fare:
- 1 / quota × 100
Esempio: quota 4.00 → 1/4 = 0,25 → 25%
Ma attenzione: questa non è una previsione infallibile. È solo il riflesso delle informazioni disponibili e delle puntate ricevute fino a quel momento. Come nel value betting sportivo, spesso le migliori opportunità si nascondono dove il mercato non sta ancora guardando.
Il value betting applicato al Conclave
Il value betting è il cuore della nostra strategia. Significa trovare quote che pagano di più rispetto alla probabilità reale dell’evento. Anche nel caso dell’elezione papale, si può applicare:
- Studio dei candidati: biografia, ruolo, correnti di appartenenza.
- Analisi geopolitica e religiosa: di cosa ha bisogno oggi la Chiesa?
- Attenzione agli “outsider” sottovalutati dal mercato.
- Confronto tra le varie piattaforme estere: spesso ci sono discrepanze notevoli.
Se una figura come Schönborn è data a 12/1 ma rientra perfettamente nel profilo del “Papa ponte tra conservatori e progressisti”, quella potrebbe essere una quota di valore.
La gestione del bankroll: anche qui fa la differenza
Come per ogni scommessa, anche nel caso del Conclave bisogna stabilire un budget, scegliere la puntata con criterio e accettare la variabilità dell’esito.
È un evento a lungo termine, a bassa frequenza, con una sola occasione reale di vincita. Non è una giocata settimanale, è un’analisi da investitore.
Consigli pratici:
- Punta solo su quote di valore, mai per simpatia o “feeling”.
- Diversifica: puoi giocare due o tre profili complementari.
- Ricorda: anche non scommettere può essere una strategia, se il mercato è troppo incerto.
Conclusioni
L’elezione del Papa è uno di quegli eventi che riesce a concentrare in sé aspetti profondamente diversi: spiritualità, storia, diplomazia, attualità… e sì, persino scommesse.
Non è una contraddizione: è il segno dei tempi. Un’elezione che coinvolge miliardi di persone nel mondo inevitabilmente diventa anche oggetto di analisi, previsioni, dibattiti e – per alcuni – di quote e pronostici.
Ma c’è un modo giusto per affrontare tutto questo.
Noi abbiamo voluto raccontare il Conclave non come una curiosità da tabloid, ma come un’occasione per mettere in pratica un metodo.
Quello che portiamo avanti da anni su calcio, tennis, motori e scommesse in generale: giocare con la testa, non con l’istinto.
Capire, analizzare, contestualizzare. E solo dopo, decidere se – e come – scommettere.